A volte si dimentica che la maggior parte dei cristiani non sono coinvolti nel “servizio a tempo pieno” né sono chiamati ad esserlo. Sono invece chiamati ad essere dei cristiani fedeli in altri modi. Tra gli evangelici in particolare si è diffusa l’idea che un credente impegnato in un “lavoro ordinario” non può essere un cristiano nel senso più pieno della parola. Ci sono altri protestanti evangelici che interpretano la vita cristiana soprattutto in termini culturali. Essi considerano la Riforma, per esempio, non tanto come riscoperta del vangelo ma soprattutto come rifiuto dei modelli sociali e culturali del cattolicesimo medioevale. La Riforma provvede, secondo questo punto di vista, gli elementi di una “visione cristiana del mondo e della vita”. La lettura della Bibbia, la preghiera e l’introspezione, così come l’impegno evangelistico e missionario vengono screditati come espressioni di “pietismo”. Ma queste divisioni nella mentalità cristiana, sia che si verifichino tra gli evangelici o in altre confessioni, sono del tutto estranee al Nuovo Testamento.